Il dolore, non è quello che dici,
…ma quello che taci.
Archive: Autore: Francesco
Scusate il ritardo
Esame superato brillantemente dopo tanti sacrifici!
A un mese dall’esame non riesco ancora a smettere di sentire forte le emozioni del momento… Raccontare e descrivere la storia di un traguardo sognato, inseguito e infine raggiunto non è facile. I sogni non sono granitici, non sono intransigenti come ce li immaginiamo a volte ma sono lì… pronti ad essere inseguiti e raggiunti.
Quel che resta è il tempo goduto e condiviso ad inseguirli e, finché ci divertiamo, finché riusciamo a metterci un pizzico di magia, allora i sogni restano in vita, sotto qualunque forma.
È facile, dopo che la vita ti mette all’angolo, pensare e usare i sogni nel cassetto come scudo nei confronti del mondo. Il judo mi ha insegnato a reagire cercando una soluzione coerente e compatibile e, nel mio piccolo, ho trovato la chiave del cassetto liberandone qualcuno.
Il traguardo finale mi ha fatto vivere sensazioni indescrivibili, giorni intensi vissuti con tante emozioni fino a non riuscire a trattenere qualche lacrima a rigarmi il viso.
Sono così tanti i ricordi che mi passano per la testa che è impossibile trovare le parole giuste per onorarli. A farlo sono le mie emozioni, i miei sorrisi e le mie lacrime che insieme si mescolano in un bagaglio di affetto sincero e gratitudine per tutti quelli che in qualche modo mi hanno aiutato a coccolare e raggiungere il mio sogno mettendo a capo della fila la persona che ha condiviso in prima battuta questo meraviglioso percorso.
Grazie a tutti per aver reso possibile questo mio traguardo! #5dan #judo #fotodileo
Serenità
…serenità da conquistare, diverso da felicità da ostentare… chi meglio della serenissima poteva ispirare…
Sospiro
La capacità di chi sa leggere un sospiro… toglie letteralmente il fiato!
2 novembre
Coloro che ci hanno lasciato tengono i loro occhi pieni di Gloria puntati nei nostri pieni di lacrime. [san’Agostino].
Giornata dedicata a chi non c’è più ma che vivono nei nostri cuori …
Un pensiero lungo 37 anni
Oggi, primo aprile…
Ti regalo un pensiero,
un pensiero lungo 37 anni.
Che abbia il suono di mille campane
e i colori dei tramonti che amavi guardare.
Ovunque tu sia, trattalo bene… ci appartiene…
Il “mio” albero
L’albero non perde mai i suoi colori.
Cambiano le stagioni
come cambiano i sentimenti e le situazioni…
Ogni persona che conosciamo nella vita
è una foglia che arricchisce il nostro albero.
Molte si perdono con il vento,
altre non si staccheranno mai! #fotodileo
Troppo presto…
All’improvviso, in una fredda serata di febbraio, ricevo un messaggio che mai avrei voluto leggere.
Ho appresto che Te ne sei andato prematuramente, senza aver avuto il tempo di sentirti ancora.
L’amicizia che ci lega da svariati lustri a calpestare tatami non si perde,
è spirito che non si cancella,
che resta come arricchimento,
che sedimenta nell’intimo
e in qualche modo, ci consola,
che vive nei ricordi e nelle emozioni.
Mi hai onorato, rallegrato e arricchito in questi anni passati sul tatami.
Credo, sono sicuro che è stato cosi per tutti i judoka che hanno avuto come me questo privilegio.
Ho conosciuto il tuo entusiasmo,
la tua generosità e positività,
la tua grande e disinteressata disponibilità,
la tua serietà,
ma soprattutto il tuo sorriso contagioso e la tua allegria!
Di tutto questo ti ringrazio.
Sai, amico mio,
Mai avrei pensato che ci saremmo allontanati così presto,
che la mia e la tua vita avrebbero viaggiato su percorsi paralleli:
un tempo davo per scontato che avremmo percorso assieme ancora per molti anni le strade judoistiche.
Quel tempo purtroppo è passato e mi ritrovo qui a pensarti
e a scriverti,
a immaginarti tra gli angeli ad insegnare loro le cadute o qualche altra tecnica
e a sperare che lì tu possa riposare in pace.
Troppo presto…
Troppo presto te ne sei andato
e da oggi il tatami avrà non solo un protagonista ma un amico in meno in questa vita.
Ciao Davide, amico mio
Francesco
Riposate in Pace
Di due sorelle, ce n’è sempre una che osserva e l’altra che danza… Carlina ed Elena, fiori dello stesso giardino, adesso che vi siete ritrovate, riprendete a danzare assieme tra le stelle… Riposate in pace!
#nonviolenzatuttolanno
25 NOVEMBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande..
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani. Tale violazione è una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista legale e pratico, e delle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna.
Nella ricorrenza del 25 novembre mi associo nel dare il mio piccolo contributo fotografico con l’intento di promuovere una riflessione intorno al tema. Alcune immagini tratto da una rappresentazione di danza intitolato “Non più Vittime del Silenzio” realizzato all’interno del progetto Leggere per ballare, per la regia di Arturo Cannistrá e con il coinvolgimento di varie scuole di Danza del territorio romagnolo. Lo spettacolo Non più vittime del silenzio ha coinvolto un gruppo di giovani ballerini e ballerine che, hanno riproposto in chiave moderna le famose pagine di letteratura, dando plasticamente conto di un tema drammaticamente attuale.
E come il vento
Un evento eccezionale per una ricorrenza straordinaria: 200 anni dalla composizione dell’Infinito da parte di Leopardi. Si è svolto al teatro Masini questo evento in cui la poesia è stata letta e proposta al pubblico con un altro linguaggio: quella della danza, il tutto accompagnato dalle musiche di Vivaldi. Presente a completare la rappresentazione il poeta Davide Rondoni, direttore del Centro della Poesia della Università degli Studi di Bologna che assieme al regista Arturo Cannistrà ha definito la drammaturgia. Giulia Coliola ha svolto un importante lavoro di coordinamento e approfondimento tra le scuole di danza. Coreografe sono gli insegnanti delle scuole di danza che hanno partecipato. Qui la poesia e alcune immagini della serata. Sempre caro mi fu quest’ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: E il naufragar m’è dolce in questo mare. |
Tramonto settembrino
Scomparsa la luce dopo il tramonto, in quell’oscurità si può sognare…