3 luglio 19

Il 3 luglio tutto cominciò e il 3 luglio, tre anni dopo, tutto finisce…Questa la mia ultima foto sul cellulare, semplice, luminosa il giusto e purtroppo profetica, una strada rettilinea che porta dritto verso la luce. Te la voglio dedicare, il tuo ultimo tramonto nel mondo terreno, la tua ultima strada da percorrere, la tua prima luce da attraversare… Gli angeli ti hanno chiamata per insegnare loro qualche passo di danza e so che lo farai con la stessa gioia e con lo stesso sorriso che hai orgogliosamente portato fino all’ultimo.

Ti porterò sempre nel cuore e presto staremo di nuovo insieme, ciao Carla

Le avventure del Sig. Bonaventura

Il Signor Bonaventura è un personaggio immaginario dei fumetti ideato nel 1917 da Sergio Tofano e pubblicato dal Corriere dei Piccoli fino al 1978. Il personaggio è entrato col suo proverbiale milione nella cultura italiana del Novecento. Oltre alle riedizioni delle tavole storiche, sono state realizzate trasposizioni televisive, teatrali e cinematografiche del personaggio. Una di queste è quella interpretata dal Gruppo Danza Forlimpopoli di cui si possono vedere qui un anteprima delle immagini.

Le immagini dell’intero spettacolo si possono vedere qui in gallerie pubbliche

CSEN 19

Danzare sembra affascinante, semplice, incantevole. Ma il cammino verso il paradiso della realizzazione non è meno complesso di tutti gli altri. C’è una fatica così grande che il corpo grida, persino nel sonno…
(Martha Graham)

Sull’argomento sono stati scritti libri, trattati, enciclopedie. Ma a volte i pensieri si possono esprimere in una pagina, in una frase, in una parola…. in una foto.

La Galeria completa delle immagini di giornata qui —> IMMAGINI 

Per info 340 9196197 – Francesco – fotodileo@gmail.com

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In un vortice di parole

La danza incontra Fabrizio De André

coordinamento artistico Arturo Canistrà – Educational Performer Eva Calanni

Galà di danza  – omaggio a Fabrizio De André organizzato in collaborazione con la Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza. Un esperimento destinato a tutte le realtà qualificate del territorio che vorranno partecipare e che si confronteranno in piena libertà sulle poetiche e le suggestioni di Fabrizio De André.

La danza è un delicato equilibrio tra la perfezione e la bellezza, un cocktail per tutti i gusti quello shekerato magistralmente interpretato da varie scuole di danza del territorio la sera del 31 Luglio in piazza Nenni a Faenza.

Qui alcune schegge di luce da me interpretate per come ho vissuto lo spettacolo, alla perenne ricerca del sincronismo tra luce, musica, danza e stasera anche con le parole …

Le immagini dell’intera serata si possono vedere qui in gallerie pubbliche

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IL VENTO DELL’EST

Qualsiasi vento è vento di mare, e qualsiasi città, anche la più continentale, nelle ore di vento – è marittima. C’è odor di mare, no, ma: c’è aria di mare, l’odore lo aggiungiamo noi. Anche il vento del deserto è di mare, anche quello della steppa è di mare. Giacché al di là di ogni steppa e di ogni deserto – c’è il mare, l’oltredeserto, l’oltresteppa… Ogni viuzza in cui tira vento è la viuzza di un porto.

Il vento da Est vuole

Belle rivisitazione di Mary Poppins magistralmente interpretato dalle allievi del Gruppo Danza Forlimpopoli.

Qui attraverso il mio occhio alcune immagini della rappresentazione avvenuta al Diego Fabbri di Forlì davanti ad una platea strapiena.

Sono on line tutte le immagini dello spettacolo: FOTO IL VENTO DA EST

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#Cittadine!

Cittadine, una storia che modifica il concetto stesso di cittadinanza, fino allora esclusivamente maschile.

Nel 1946 le donne italiane entrano per la prima volta in una cabina elettorale. Erano finalmente cittadine, elessero i primi Consigli comunali nell’Italia liberata e fecero nascere la Repubblica . Non è la democrazia che concede loro il diritto di voto, bensì il nuovo ruolo che hanno avuto il coraggio e la tenacia di conquistare.

Uno status, quello di cittadine, che le donne richiedevano dall’Unità d’Italia, ma soprattutto durante la Guerra e la Resistenza, in cui lottarono per la caduta del regime fascista. #Cittadine! è il percorso che il Centro documentazione donna di Modena ha effettuato individuando romanzi, articoli di giornale e documenti a testimonianza del lungo percorso politico culturale che ha portato le donne al voto.

Una conquista lunga, capace di dare senso compiuto alla storia dei diritti universali e al concetto di Democrazia. Una conquista ottenuta che è stata rappresentata con il linguaggio del corpo e della danza.  Il progetto spettacolo attraverso i testi (storici e letterari) musiche e coreografie, racconta il lungo percorso fatto dall’Unità d’Italia per per l’acquisizione del diritto di voto. Nella splendida cornice del Teatro Masini di Faenza si sono esibiti i ragazzi delle scuole di danza del circondario (Aulos Rimini – Agora Castel Bolognese – CSC Cesena – Dance Studio Faenza – Danza&Danza Castel Bolognese – Gruppo Danza Forlimpopoli – Laboratorio Teatro Danza Longiano).

Ideazione artistica regia di Arturo Cannistrà – Educational performer Giulia Coliola

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“QUELLA VOLTA CHE MARIO MANDZUKIC…”

Intervista rilasciata all’apprendista tifosa Silvia Sanmory, che ringrazio sentitamente,  per il suo splendido e gradevole blog SILVIA NEL PALLONE. 

 

“La fotografia è una breve complicità tra la preveggenza e il caso”
(John Stuart Mill)

Una complicità.

Ma anche un incontro fortuito e spesso furtivo.

Travolgente.

E’ proprio il termine più appropriato se si rischia di essere (letteralmente) travolti da un certo Marione…

Ma andiamo con ordine.

Francesco Di Leonforte è un fotografo free lance che vive in Romagna.

L’obiettivo è la sua passione.

Nel suo portfolio figura l’immensa bellezza della Natura, il fascino di borghi storici arroccati, i sensuali movimenti che l’anima esprime con la danza.

Ma soprattutto lei, la Vecchia Signora del calcio italiano. Infatti Francesco da tempo si occupa anche di immortalare la Juventus, la sua squadra del cuore, in campo durante le partite.

Durante la nostra chiacchierata gli chiedo se è nata prima la passione per la fotografia o quella per i colori bianconeri. 

“Mi sono appassionato alla Juventus  – mi spiega –  sin dai primi anni di vita quando mio padre e gli amici, la domenica pomeriggio, ascoltavano la mitica radiolina con le voci inconfondibili di Ameri, Ciotti e Bortoluzzi in diretta dallo stadio; in quegli  anni abitavamo in Svizzera, a Martigny, e ricordo che in realtà la radio la si andava ad ascoltare in un punto preciso, dove c’era più segnale,  per cui eravamo soliti darci l’appuntamento al palo…
Erano anni in cui si scherzava bonariamente sulle proprie squadre del cuore, io Juventino, mio padre Interista…
Tornato in Italia da ragazzino ho iniziato a vivere il tifo con il Cesena, la domenica andavo in bicicletta allo stadio, anche sotto la pioggia.
Per quanto riguarda la fotografia ricordo i primi esperimenti in camera oscura, ai tempi delle elementari, e quanto ne rimasi colpito.
Ricordo ancora con una certa emozione la mia prima Reflex acquistata con i risparmi di alcuni lavoretti estivi.

Diciamo che quale passione sia nata prima non saprei bene dettagliarlo, sicuramente sono cresciute insieme parallelamente fino a convergere in età adulta”.

Tra uno scatto e un gol ci sono similitudini a livello emozionale?
 
“Il gol della propria squadra è sempre un emozione particolare – mi dice – un misto di gioia e compiacimento; e alcune volte queste caratteristiche si mescolano con la soddisfazione di aver ripreso nel modo giusto l’azione; spesso capita però che la velocità, l’azione caotica o altri fattori non permettono di raggiungere questo massimo risultato sempre ambito…  rimane comunque la soddisfazione della rete segnata dalla propria squadra, anche se pur essendo a bordo campo non vedo quasi mai la palla gonfiare la rete”.
Come sei arrivato a fotografare la Juventus e in cosa consiste nello specifico questa tua attività?
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“Ho seguito tutto l’iter specifico per essere autorizzato ad immortalare la squadra.
Del resto la mia attività di fotografo si svolge prevalentemente a livello sportivo come free lance agganciato ad alcune agenzie del settore.
In maniera prevalente seguo il calcio, in particolare la squadra locale del Cesena collaborando al sito tuttocesena.it.
Seguo anche il calcio femminile con il Ravenna Woman, la pallavolo, lo judo, la danza per testate giornalistiche locali.
Ovviamente tutte le volte che mi è possibile sono all’Allianz Stadium a seguire la Juventus, anche in trasferta, e le mie immagini vengono utilizzare da testate on line come juventino vero, juveastrestelle, stellebianconere”.
Non solo: le immagini di Buffon, Dybala, Higuian e soci sono finite su alcuni libri dedicati alla Juventus, come quelli di Roberto Savino (nome noto anche sul mio blog).
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Emozioni vissute fotografando in azione i fuoriclasse bianconeri?
“Le emozioni sono sempre forti nel seguire i propri beniamini a bordo campo ma col tempo ho imparato a controllarle.  
Ammetto che nelle due ultime semifinali di Champions League queste hanno preso il sopravvento, rischiando di compromettere a tratti le immagini prodotte.
Allo Stadium la mia postazione, confinata dietro ai pannelli pubblicitari, è sempre scelta dove c’è poca densità di colleghi per avere immagini da un punto di vista diverso e particolare.
Così è capitato di vedere esultare e riprendere Borriello davanti a me, unico fotografo in quella zona, proprio in Cesena – Juventus, partita resa famosa dal fantomatico pareggio dei bianconeri romagnoli.
Un altro momento che ricordo con piacere è stato quando costretto da uno zelante steward alle prime armi a non lasciare la mia postazione sono riuscito comunque a produrre una foto significativa che è diventata la copertina di “Travolgenti” di Roberto Savino.
Ma l’emozione più diciamo quasi impattante l’ho avuta quando Mario Mandzukic, dopo il gol contro lo Sporting Lisbona a pochi minuti dal termine, è venuto ad esultare dalla mia parte, scavalcando i pannelli pubblicitari e quasi investendomi… e Marione, come si sa, non è proprio di dimensioni contenute!”.
Cosa significa per te essere tifoso della Juventus?
 
“Essere juventino è difficilmente descrivibile;
essere  juventino significa avere una passione sin da bambino, la prima vera forma di passione per qualcosa nella vita, quel qualcosa che non andrà più via, da sostenere per sempre;
essere juventino significa avere il sangue bianco e nero che scorre nelle vene essere juventino significa sentire il cuore battere a mille e stare lì a guardare la favola più grande, la storia più bella, la leggenda più incredibile…
essere juventino vuol dire amare la propria squadra, appoggiarla nella sconfitta ed esaltarla nella vittoria;
essere juventino è un onore e un privilegio.

Vivere una tale passione è complesso, soprattutto negli ultimi anni in cui l’atmosfera si è surriscaldata, un po’ per le continue vittorie, ma quello che rimane è la soddisfazione personale di vivere le emozioni…”.

Perché nel calcio, in fondo, si è “catturati” esattamente come avviene con una fotografia d’autore…

CSEN 2018

Danzare, è lottare contro tutto ciò che ci trattiene, tutto ciò che ci affonda, tutto ciò che pesa e appesantisce, è scoprire con il proprio corpo l’essenza, l’anima della vita, è entrare in contatto fisico con la libertà.
(Jean-Louis Barrault)

Sull’argomento sono stati scritti libri, trattati, enciclopedie. Ma a volte i pensieri si possono esprimere in una pagina, in una frase, in una parola…. in una foto.

La Galeria completa delle immagini di giornata qui —> IMMAGINI 

– clicca su GALLERIE PUBBLICHE – Per info 340 9196197 – Francesco – fotodileo@gmail.com

 

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Papa Francesco

“La corruzione – ha detto il Papa –  è il tarlo della vocazione politica, la corruzione non lascia crescere la civiltà e il buon politico ha anche la propria croce quando vuol essere buono perché deve lasciare tante volte le sue idee personali per prendere le iniziative degli altri e armonizzarle, accomunarli perché sia bene comune, in questo senso il buon politico sente di essere un martire, diciamo così al servizio perché lascia le proprie idee, ma le mette a servizio per andare verso il bene comune”.

In collaborazione con Davide, Erika, Gianmaria, Luca, Luigi, Marina che ringrazio

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